Da un punto di vista normativo, non esiste per i trattamenti odontoiatrici né un listino minimo né un listino massimo cui fare riferimento: in caso di contenzioso il paziente può chiedere all’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della propria città di valutare la congruità di un dato listino in riferimento a quello medio della zona.

Unico punto di riferimento di rapido accesso è il Nomenclatore Tariffario ANDI 2009 (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) che riporta però i prezzi minimi-medi dei soli Dentisti ANDI che hanno risposto all’indagine statistica nel 2009.

Da ricordare che, in ogni caso, il confronto tra tariffari diversi non è sempre agevole e può risultare pericolosamente fuorviante poiché essi non sono quasi mai corredati da una descrizione precisa e dettagliata del contenuto e delle modalità di esecuzione degli interventi quotati. Dal momento che non esiste una definizione univoca degli interventi odontoiatrici, dietro ad una stessa dicitura ci possono essere differenze significative che possono portare nella pratica a tariffe anche molto diverse fra loro. Ad esempio: la dicitura “corona fissa” può comprendere o escludere il costo di: impronte, sviluppo del modello, montaggio in articolatore, esecuzione di perni sfilabili, ecc..