Implantologia

Implantologia dentale
Implantologia
Per creare radici artificiali inserendo viti di titanio nell’osso sulle quali fissare le protesi che andranno a sostituire i denti mancanti

Implantologia dentale

L’implantologia, o chirurgia impiantare, è quella branca dell’odontoiatria che si occupa di sostituire i denti mancanti con impianti dentali fissati su radici artificiali costituite da viti di titanio inserite nell’osso.

La perdita dei denti naturali è sempre stato per il paziente un evento invalidante, sia dal punto di vista della funzione che da quello dell’estetica della bocca.

Prima dell’avvento dell’implantologia dentale, il ripristino della masticazione era reso possibile solo mediante il ricorso a protesi che venivano fissate ai denti vicini a quelli mancanti: un intervento, che prevedeva la limatura di tali denti (monconi) per accogliere le corone che avrebbero sorretto il dente mancante.

Quando il numero e la qualità dei denti naturali a disposizione non era favorevole alla costruzione di queste protesi fisse, la sostituzione dei denti mancanti prevedeva, invece, l’utilizzo di protesi mobili parziali o totali che si appoggiavano sulla mucosa gengivale.

Oggi viene fatto sempre minor ricorso a tali soluzioni sia perché i progressi fatti nel campo della prevenzione della carie dentaria e della malattia parodontale hanno ridotto la perdita di elementi dentali ma anche per merito dell’implantologia che ne ha permesso la stabile sostituzione anche nei casi di perdita completa.

Col ricorso all’implantologia dentale non è stato più necessario coinvolgere denti integri per sostituire denti mancanti, né applicare dentiere o comunque manufatti protesici mobili.

 

Sul mercato sono reperibili impianti estremamente diversi tra loro per forma, per caratteristica delle spire, per la superficie che può essere liscia o rugosa, per le connessioni protesiche interne o esterne.

Gli impianti più frequentemente utilizzati sono realizzati esclusivamente con sostanze di origine non biologica: metalli, materiali di origine minerale (ceramiche in senso lato) e materiali sintetici.

Lo studio del dr. R.P. Stefani utilizza impianti progettati e costruiti da una delle industrie che hanno tracciato la storia della implantologia moderna. Forma, superficie, spire sono il risultato di una ricerca costante verso l’ottimizzazione della integrazione con l’osso. Sono impianti in titanio: un metallo sicuro, che non determina alcun fenomeno di rigetto e che per questo è da lungo tempo utilizzato anche per la costruzione di valvole cardiache e di protesi ortopediche (ginocchio, anca, gomito).

 

A questo proposito,attenzione alle false informazioni.

Alcuni studi odontoiatrici si vantano di dare garanzia a vita sugli impianti ma questa è una falsa verità, classico esempio di manipolazione dell’informazione. Se è vero infatti che molti produttori forniscono i propri impianti di una garanzia a vita, ciò non significa, e non potrebbe essere diversamente, che lo sia l’intervento chirurgico di inserzione, l’osteointegrazione o la realizzazione della protesi sovrastante: semplicemente è il manufatto (la vite) ad essere garantito nel senso che qualora siano riconosciuti difetti del materiale o della sua lavorazione, ne viene garantito il rimpiazzo

 

In linea di principio esistono due diverse tecniche chirurgiche per effettuare un intervento di implantologia:

  • Tecnica “two stage”: prevede una realizzazione in due fasi: nella prima, detta "sommersa", viene inserito l’impianto completamente sotto la mucosa che viene poi suturata. Nella seconda, prevista dopo 2 – 6 mesi durante i quali si ha la guarigione per integrazione ossea, si effettua una riapertura della mucosa e l’avvitamento del "pilastro dentale" sull'impianto.
  • Tecnica “one stage”: prevede l’inserimento dell'impianto in maniera da lasciarlo emergere con la testa (inserimento transmucoso) e poter quindi scegliere se lasciarlo guarire per 2 – 6 mesi o caricarlo subito con l’apposito pilastro dentale.

Il ricorso all’una o all’altra delle tecniche dipende dalle caratteristiche della specifica situazione in cui si trova il paziente e rappresenta la scelta finale di un accurato piano di trattamento impiantare.

Piano di trattamento implantare

Un piano di trattamento implantare si articola nelle seguenti fasi:

  • Valutazione diagnostica per individuare le caratteristiche delle arcate osseee
  • Riabilitazione igienica orale, stabilizzazione della infiammazione, per rendere il cavo orale sicuro
  • Rivalutazione del cavo orale per verificare che tutto ciò che è stato fatto abbia permesso di ottenere risultati validi e stabili.
  • Terapia chirurgica implantare
  • Ricostruzione protesica per immediata o differita (circa tre mesi)
  • Mantenimento – terapia di supporto per stabilizzare il risultato nel tempo.

Chirurgia ricostruttiva dei tessuti duri o molli

Si tratta di una moderna branca della chirurgia parodontale che, attraverso l’utilizzo di nuovi materiali di derivazione animale, permette di ricostruire l’osso (rigenerazione ossea) o la gengiva e di realizzare così una nuova struttura di dimensioni adeguate e biologicamente attiva all’interno della quale posizionare gli impianti.

Tra gli interventi di chirurgia ricostruttiva ricordiamo: i rialzi del seno mascellare per via crestale (piccolo rialzo) o per via laterale ( grande rialzo), la correzione di creste edentule, sia in larghezza che in altezza, il riempimento di difetti perimplantari.

Chirurgia guidata da computer (“Computer Aided Surgery”)

 

Si tratta di una moderna ed innovativa metodica che prevede l’ausilio del computer sia per la progettazione che per l’esecuzione guidata di interventi di chirurgia implantare.

Si realizza attraverso il ricorso ad un moderno software che, analizzando le radiografie del paziente, crea un ambiente virtuale al cui interno l’operatore è messo in grado di simulare il posizionamento degli impianti all’interno delle strutture ossee residue, riuscendo così a realizzare una vera e propria pianificazione simulata dell’intervento.

Il risultato di questa fase viene memorizzato e inviato, assieme alle impronte della bocca del paziente, ad un centro di riferimento che costruisce su di esso una sorta di “dima chirurgica” in resina che contiene al proprio interno quelle stesse informazioni sotto forma di fori adeguatamente posizionati ed inclinati.

Appoggiando tale dima sulle arcate dentarie del paziente, i fori guideranno la fresa chirurgica dell’operatore nella esecuzione di altrettanto precise preparazioni ossee atte ad accogliere gli impianti successivamente avvitati.

Si tratta di una metodica da utilizzare in casi particolarmente delicati e complessi dove la vicinanza di strutture delicate che bisogna evitare necessiti di inserire impianti con precisi angoli di inclinazione tra loro.

Essa consente soltanto di controllare posizione, inclinazione e lunghezza del foro da praticare ma non consente di superare quelli che sono i veri ostacoli dell’implantologia vale a dire la mancanza di spessori adeguati dell’osso.

Il limite di tale metodica è per ora rappresentato da un significativo aumento dei costi di realizzazione che trovano giustificazione solo in situazioni particolari.

Prestazioni
  • Impianto osteointegrato
  • Rialzo del pavimento del seno mascellare
  • Ricostruzione con osso eterologo
  • Prelievo di osso autologo
  • Innesto di materiale biocompatibile
  • Membrane
  • Impianti a diametro ridotto
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